“Blues in the 21st Century: Myth, Social Expression and Transculturalism”
La conferenza sulla musica blues ha visto cinque panel, 16 relatori per una due giorni che proverà a costruire ponti tra storia, economia, antropologia, linguistica e musicologia. Nella prima giornata, Randolph Lewis (University of Austen, Texas), un poliedrico professore di “Cultural Studies”, musicista e regista ha introdotto i lavori. Nella seconda giornata Patricia Schroeder (Ursinus College, USA) ha presentato uno studio inedito su “Blues Influences in American Literature: 20th Century Traditions and 21st Century Innovations”. La conferenza – come spiega Douglas Ponton, professore associato di Lingua inglese e ideatore di questo meeting – mira a raccogliere la complessità del fenomeno blues che è, ad un tempo, una rivoluzione musicale e linguistica, uno strumento di lotta e di emancipazione sociale. Si è discusso della musica blues più di uno stile musicale con un impatto fondamentale sulla musica popolare del 20° secolo. Come mezzo di espressione sociale, articolava le tribolazioni di un’intera cultura nera, maschile e femminile. I giovani bianchi – in America e nei Paesi europei, specialmente nel Regno Unito – hanno adottato la musica per i loro fini politici e sociali. Idealizzando i modelli di vita neri, le loro interpretazioni si sono orientate sui miti da una parte, ma dall’altra ha messo in luce le caratteristiche transculturali del blues nei loro atti performativi. Altri campi dello spettacolo, come letteratura, film, ecc hanno portato avanti la musica blues. La sua commercializzazione da parte di case discografiche bianche e nere o festival annuali sarebbe un’altra prova della sua durata. Tenendo presente questo, qualsiasi dubbio sulla sopravvivenza del blues nel 21° secolo è reso obsoleto.
Nell’ambito della conferenza, è stato dedicato anche uno spazio agli studenti con due seminari sul Blues. “Lessons on the Blues”: il primo organizzato dall’Istituto Musicale Vincenzo Bellini con il contributo del Maestro Salvatore Torrisi, il secondo a cura del Duo “Blues for Food” composto da Salvatore Mercurio e Alessandro Rossini.