50 anni INFN celebrati Orto botanico una manifestazione per celebrare
Catania – Nell’ambito dei festeggiamenti per il 70° anniversario dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, la Sezione di Catania, ufficialmente istituita il 25 marzo 1971, ha celebreto i 50 anni dalla sua istituzione con l’’evento Ri-Volti al futuro, dove si è inteso raccontare, in una serata ambientata nell’incantevole scenario dell’Orto Botanico di Catania, il contributo della comunità catanese alle attività di ricerca dell’Istituto, caratterizzato da una forte proiezione internazionale e da una solida attenzione al territorio, attraverso il ricordo di coloro che ne hanno fatto la storia e soprattutto attraverso la visione di chi lavora con entusiasmo verso il futuro.
Ai saluti istituzionali, si sono susseguiti interventi volti a ripercorrere la storia della Sezione e un dibattito che, a 10 anni dalla scoperta del bosone di Higgs che ha visto l’INFN di Catania tra i protagonisti, ha posto riflessioni sulle prospettive future della fisica fondamentale. La serata moderata da Marco Castellazzi (giornalista e conduttore di GeoScienza) ha visto tra i protagonisti il Presidente dell’Istituto, Prof. Antonio Zoccoli, e il Dr. Luca Malgeri, responsabile dell’esperimento CMS.
«Eravamo un team di supereroi, un gruppo affiatato di teorici e sperimentali che ha dato vita ad una scuola e che, nel tempo, grazie al supporto delle istituzioni, è riuscito a favorire la nascita di quelli che oggi sono i Laboratori nazionali del Sud, una vera e propria perla nel Mediterraneo». Così il prof. Salvatore Lo Nigro ha definito i propri compagni di avventura: docenti, ricercatori, tecnologi, amministrativi che negli ultimi cinquant’anni hanno dato lustro alla storia della sezione catanese dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare. Lo Nigro, che è stato direttore della sezione dal 1983 al 1989, è stato una delle voci protagoniste della celebrazione per il mezzo secolo di vita della struttura di ricerca etnea, nel corso della manifestazione “Ri-volti al futuro” che si è tenuta martedì sera all’Orto botanico di Catania. Insieme a lui, i ‘compagni di strada’ Attilio Agodi (primo direttore dal 1971 al 1977), Marcello Baldo, Ernesto Cangiano, Francesco Catara, Mimmo Nicotra, Puccio Pappalardo, Gino Platania, Renato Potenza, Cettina Sutera e Angela Torrisi, videointervistati da alcuni giovani ricercatori e studenti, in un ideale «passaggio delle consegne tra i Maestri e i volti del presente e del futuro», come ha sottolineato la ‘padrona di casa’, l’attuale direttrice della sezione Alessia Tricomi.
«La sua storia – ha aggiunto la prof.ssa Tricomi, prima di lasciare la parola al conduttore Marco Castellazzi, che ha introdotto e intervistato gli ospiti – è stata sempre caratterizzata da una spiccata attenzione verso la ricerca scientifica e l’innovazione, e al tempo stesso da una marcata presenza nel territorio, attraverso il solido legame con gli atenei di Catania e Messina ed altri enti di ricerca, e uno stretto rapporto con la Regione siciliana».
E in rappresentanza delle istituzioni è giunto il messaggio augurale del presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, seduto in prima fila insieme con il prefetto Maria Carmela Librizzi: «Le istituzioni – ha affermato Musumeci -, devono saper cogliere le grandi opportunità offerte dal mondo accademico e scientifico. La storia dell’Infn in Sicilia e a Catania è un motivo di orgoglio, perché ha garantito e garantisce una positiva proiezione esterna per la nostra terra». Un sentito ringraziamento è stato indirizzato anche dall’assessore comunale alla Cultura Cinzia Torrisi, «soprattutto per l’attenzione verso i giovani che questa comunità di scienziati ha sempre dimostrato».
Padre Antonio Sapuppo, delegato dall’arcivescovo di Catania Luigi Renna, ha sottolineato «la bellezza della ricerca della verità, che accomuna discipline e settori apparentemente distinti», nel momento in cui viene ricordata con gratitudine la fortunata scuola siciliana di Fisica nucleare nella quale si sono formati studiosi come Agodi e Lo Nigro, ma anche Marcello Baldo, Emilio Migneco, Carmelo Milone, Salvatore Notarrigo, Giuseppe Pappalardo, Renato Potenza, Antonino Rubbino, Domenico Vinciguerra. «La nascita della sezione catanese, il 25 marzo del 1971 – ha evidenziato il prof. Agodi -, è stata un passo fondamentale di una ‘lunga marcia’. Volevamo realizzare le condizioni perché a Catania potessero lavorare insieme e proficuamente fisici teorici e sperimentali, ciò che poi si è avverato». Riprendendo la scoperta del bosone di Higgs, avvenuta nel 2012, il prof. Maurizio Consoli, che fu direttore negli anni ’90, ha ricordato poi l’allargamento dei settori di ricerca alla fisica sperimentale delle alte energie e delle astroparticelle, che si venne ad affiancare ai settori tradizionali della fisica nucleare e la struttura della materia: «Proprio da questi nuovi settori nacquero importanti collaborazioni internazionali, come Alice, Lhc, Cms». «La nostra è stata una generazione fortunata – ha commentato il rettore Francesco Priolo, anche lui fisico -: grazie a questi maestri siamo potuti crescere scientificamente e umanamente in un contesto davvero florido, e tutto è partito dall’acquisto del primo acceleratore Van der Graaf da 2 MegaVolt, uno dei primi in Italia e il primo nel Mezzogiorno. Lavorando fianco a fianco, universitari e personale Infn siamo riusciti a fare ‘massa critica’ e a mirare ad obiettivi comuni. Per questo oggi celebriamo una vera festa della fisica catanese». «La missione dell’Infn è entusiasmante – ha voluto ricordare il presidente Antonio Zoccoli, che si è poi soffermato insieme al portavoce dell’esperimento CMS Luca Malgeri, a cui collabora attivamente la sezione di Catania, sulle prospettive future della fisica fondamentale -. Noi cerchiamo di capire ogni giorno quali sono le leggi fondamentali dell’universo. Abbiamo grandi sfide da affrontare, consapevoli che il periodo difficile che stiamo vivendo ha però riaffermato il ruolo centrale della scienza e della conoscenza per la nostra società».
Le note della HJO Jazz Orchestra hanno poi offerto una gradevole colonna sonora alla festa che ha avuto come cornice le essenze mediterraneo del giardino botanico etneo, e la serata è stata l’occasione per molti di rivedersi dopo tanto tempo e di soffermarsi sulle immagini che raccontano la vicenda di questa ‘comunità’ scientifica: «Una vicenda – è stato più volte ricordato – costellata di sacrifici e successi, ma anche di quotidianità e socialità, che ha permesso di maturare in ciascuno dei protagonisti un legame ed un affetto imperituro verso questo ente».