La Festa dell’Architetto a 101 anni dall’istituzione della professione
CATANIA – L’ispirazione è giunta dall’agorà delle polis greche. Da quel luogo, poi divenuto modello politico ed economico, che nell’antica Grecia veniva utilizzato per radunarsi, discutere e trovare insieme nuove strade da percorrere.
L’occasione è stata “La festa dell’Architetto” che si è tenuta ieri pomeriggio nella sede etnea dell’Ordine. Il 24 giugno del 1923 veniva istituita la professione dell’architetto: a 101 anni da quella data, si è deciso di far sedere – uno accanto all’altro – vari attori dello sviluppo della città metropolitana di Catania, con l’ambizione di creare un confronto che possa far confluire tutti gli sforzi in una visione condivisa e organica per il progetto di rilancio del territorio. E così è stato. «Il recente intervento del maestro Riccardo Muti ci ha ispirati – ha dichiarato Veronica Leone, presidente f.f. OAPPC_CT (Ordine Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Catania) – un’orchestra è composta da vari musicisti, ma serve il contributo di tutti gli strumenti perché il risultato sia armonico. Crediamo debba essere la stessa cosa all’interno di un governo cittadino.
Quest’anno la Festa della nostra categoria è ritornata a casa. L’Ordine vuole lanciare un messaggio, vorremmo suggerire la necessità di creare occasioni di confronto e di dialogo condiviso, in cui diversi enti in sinergia tra loro suonino un’unica melodia». «Le componenti dell’architettura sono: firmitas (solidità), utilitas (funzione e destinazione), venustas (bellezza) – ha affermato Eleonora Bonanno presidente della Fondazione degli Architetti – Principi quantomai attuabili se si pensa alle opere da realizzare in una città. Gli architetti devono tornare a essere protagonisti perché capaci e competenti nella realizzazione di un progetto. Servono volontà, strategia e solidarietà reciproca: la progettualità deve tornare ad avere un ruolo predominante. Serve il rapporto con l’architettura, noi vogliamo contribuire con la nostra opera». A moderare gli interventi della tavola rotonda è stato Maurizio Spina (Associate Professor of Town and Country Planning, DiCAr – Di3A).
«Una grande idea questa dell’Ordine di dedicare un pomeriggio per ripensare la città con un progetto unitario – ha dichiarato il magnifico rettore Unict Francesco Priolo – quando uno studente universitario sceglie una città dove vivere, dove crescere, in cui intessere le proprie relazioni sociali, immagina una città interconnessa, una città dove si dia grande peso alla sostenibilità. Dunque, se vogliamo far rinascere il Sud, servono investimenti mirati. Bisogna convincere i nostri ragazzi a restare qui». Paolo La Greca (assessore all’Urbanistica del Comune di Catania) ha posto l’attenzione sul Piano Urbanistico Generale: «Il parterre qualificato ci dà l’opportunità di discutere attraverso i contributi dei tanti protagonisti impegnati nella grande trasformazione della città. Tutti gli interventi sono stati posti a sintesi dal Pug: la nostra Amministrazione a giorni ne presenterà l’atto di indirizzo. L’iter è stato impegnativo e il risultato è frutto anche di un lungo confronto con i tanti segmenti della città» «Noi non ci occupiamo del nuovo, ma dell’antico che va restaurato – ha dichiarato Irene Donatella Aprile (soprintendente per i Beni Culturali e Ambientali di Catania) – e la città ha bisogno anche di questo: del recupero dell’esistente. Ma servono i progetti: occorre rimettere al centro la progettazione. Noi siamo aperti al dialogo e al confronto». «I porti in Italia sono tutti relazionati con la città che vi sta alle spalle, c’è un legame forte – ha affermato Francesco Di Sarcina (presidente dell’Autorità di sistema portuale di Sicilia Orientale Augusta – Catania) – Il rapporto città/porto nasce in una condizione in cui le due parti non hanno un confine, ma ognuna rispetta le esigenze dell’altro. A Catania questo rapporto è stato sempre complicato. Si alzano le barriere, si fanno steccati: ma noi stiamo lavorando per accorciare queste distanze, seppur mantenendo forte la vocazione e l’identità del porto». Nico Torrisi (amministratore delegato SAC) ha poi lanciato una proposta: «È desiderio del nostro CdA coinvolgere Architetti e Ingegneri all’interno di un Comitato. L’obiettivo è coinvolgerli preventivamente e chiedere loro pareri sugli investimenti da effettuare». Un anticipo della richiesta lanciata dall’intervento conclusivo della presidente f.f. Leone: «Un tavolo tecnico permanente che metta tutti insieme, nel quale gli Ordini possano dare il loro contributo»
«È un momento di opportunità per la Sicilia – ha affermato Salvo Lizzio (direttore Dipartimento Infrastrutture e Trasporti Regione Siciliana) – ma il periodo è oscurato dalla paura del cambiamento. In questi anni si sta recuperano un gap infrastrutturale ormai cronicizzato. Lo sforzo è accompagnato da capitali enormi. Una vera opportunità di sviluppo per il territorio». Giovanni Laudani (direttore Ente Parco Regionale dell’Etna) ha evidenziato l’importanza di «operare in armonia», e Gaetano Laudani (ingegnere capo Genio Civile di Catania), ha sottolineato che «è in corso una grande attività realizzativa di opere: questo servirà a dare un nuovo impulso a tutto il territorio regionale».