Cerimonia innalzamento paratoie Mose

Venezia – Il Presdiente del Consiglio interviene alla cerimonia di innalzamento delle paratoie del Mose, qwuesto è il testo con le dichiarazioni dell’evento: << Buongiorno a tutti, oggi c’è un’ampia delegazione del Governo con me, che mi accompagna; ci sono le Ministre, De Micheli che abbiamo appena sentito, la Ministra Lamorgese, il Ministero D’Incà, c’è anche un’ampia delegazione di Sottosegretari, Martella, Baretta, vedo anche Riati, e ovviamente abbiamo la giusta delegazione dei rappresentanti del governo del territorio, il Presidente Zaia, il Sindaco Brugnaro, saluto anche il Prefetto Zappalorto, e la Commissaria Spitz, e anche il Provveditore Zincone, che abbiamo sentito entrambe prima, ci hanno introdotto a questa cerimonia. Questa non è una cerimonia di inaugurazione, quindi lo chiariamo; noi siamo qui per un test, quindi non siamo per una passerella, siamo per un test, perché il Governo, come ha già fatto ed è stato ricordato in precedenza, vuole toccare con mano e verificare l’andamento dei lavori. Oggi c’è questo test con cui vedremo insieme l’innalzamento delle 78 paratoie e la chiusura contemporanea di tutte le bocche di porto; abbiamo quindi una poderosa opera che attende da anni il completamento. Una barriera che si estende per 1,6 chilometri e che è nata, già da tante polemiche, per l’obiettivo concreto, non un obiettivo immaginifico, per quanto visionario potesse essere quando è stata progettata: salvaguardare Venezia dall’acqua alta; è per questo che quando siamo venuti qui, purtroppo in un’occasione non piacevole, è stato il 12 novembre, acqua alta, acqua granda come dite qui a Venezia; dopo qualche ora eravamo qui con la Ministra De Micheli in particolare, per verificare con mano i danni, la paura, l’angoscia, la devastazione che ha portato quell’acqua alta; ci è stato detto la seconda dopo quella storica, fino a 187 centimetri. E abbiamo quindi toccato con mano la sofferenza di questa città; abbiamo fatto una promessa: questo Mose va completato, va completato e dobbiamo fare in modo, perché non abbiamo altri strumenti, che il prossimo autunno-inverno ci sia uno strumento di salvaguardia. Oggi quindi noi siamo qui augurandoci che questo strumento, quest’opera possa funzionare e possa rispondere all’obiettivo per cui è stato progettata. Il nostro è un approccio molto laico, molto pragmatico, è stato anche ricordato, questa è un’opera che ha attirato su di sé tantissime critiche, dibattiti; è stata avversata e anche auspicata. È un’opera che è stata rallentata nella sua esecuzione, è un’opera su cui si sono addensati vari episodi di corruzione e di malaffare che ne hanno anche compromesso il completamento, episodi assolutamente deprecabili. Noi non dobbiamo dimenticare nulla, è la storia; però vedete, il Provveditore Zincone ha fatto una citazione colta, ha evocato Hegel, la dialettica Hegeliana; ecco io direi, adesso dobbiamo concentrarci su quel terzo polo della struttura dialettica: Aufhebung, il superamento; superamento di tutto, delle tesi e delle antitesi, delle premesse buone e delle critiche. Oggi qui, io non lo trascuro affatto, ci sono dei movimenti di protesta; la mia sicurezza era preoccupata, mi sollecitava “Presidente ci saranno…” “Andiamo, è giusto”. E’ giusto che si abbia una visione articolata, dialettica, però oggi, io dico anche a chi sta protestando e a tutti quei cittadini, intellettuali che hanno grandi perplessità su quest’opera: concentriamoci su un obiettivo, dobbiamo augurarci tutti che funzioni. Noi non abbiamo progettato quest’opera, siamo arrivati all’ultimo miglio. Una politica responsabile di fronte all’ultimo miglio, di fronte ai miliardi – più di 5, sono stati ricordati – che sono stati spesi, si assume le proprie responsabilità e decide che con un ulteriore sforzo finanziario quell’opera si completa e ci si augura che funzioni. E noi ce lo stiamo augurando adesso, siamo siamo tutti in trepidante attesa. Speriamo che possa quindi realizzare questa sua funzione

Ovviamente l’opera andrà completata, ci saranno tutti i collaudi formali, ci sono tutte le opere connesse: la completeremo nel 2021. Però, lo posso dire: noi abbiamo anticipato anche i tempi. Se questo funzionamento risponderà alle nostre aspettative, noi il prossimo autunno, il prossimo inverno avremo quello che avevamo promesso – anche in anticipo rispetto al 2021 – quando siamo venuti qui il 12 novembre e abbiamo assunto questo solenne impegno.

Dobbiamo evitare che si ripetano quelle scene che noi abbiamo visto perché non bastano poi risorse finanziarie. Mi fa piacere che il sindaco Brugnaro abbia ricordato che abbiamo anche lì mantenuto fede alle promesse: credo all’incirca 106 milioni. Adesso stanno arrivando anche cospicue risorse finanziarie dall’Unione europea già deliberate. Ma non è in quel modo, non è intervenendo in sede di riparazione, in sede risarcitoria che si possono risolvere problemi. Dobbiamo veramente evitare l’acqua alta, perché l’acqua alta distrugge la vita sociale-economica, il tessuto produttivo, e veramente rischia – io ricordo l’acqua alta nella Basilica di San Marco – veramente rischia di rovinare deturpare questo meraviglioso, meraviglioso patrimonio artistico architettonico storico e noi dobbiamo quindi proseguire in questa direzione come governo ci impegniamo a proseguire in questa direzione. Avremo sempre una chiara consapevolezza della complessità degli interessi in gioco, è il nostro compito. Avremo sempre una chiara consapevolezza delle varie implicazioni di ordine tecnico, tecnologico, sociale economico, culturale, ma poi noi le decisioni le prendiamo. E fra qualche giorno anticipo saremo anche a Genova saremo lì sarà una inaugurazione, inaugurazione del Ponte Morandi. Oggi, ci stiamo in questi giorni sorprendendo per un fatto perché noi abbiamo realizzato un ponte con una tale rapidità che addirittura non è ancora completata la procedura di revoca che terminerà in questi giorni quindi pensate un poco stiamo invertendo addirittura la nostra capacità di progettare e realizzare. Stiamo realizzando un ponte che anche in quel caso poi è un gioiello dell’architettura, dell’ingegneria che ci ammirerà tutto il mondo e lo stiamo facendo in tempi assolutamente rapidi, inusitati per questo nostro paese e addirittura vorrei anche sottolineare che stiamo andando a quella inaugurazione. Oggi – qui – facciamo questo test in anticipo quindi sui tempi previsti, lo stiamo facendo nonostante l’emergenza e qui dobbiamo doverosamente ringraziare tutte le donne, gli uomini, le maestranze, le squadre di operai, i tecnici, gli informatici, gli ingegneri e gli architetti che hanno lavorato come è stato ricordato anche durante questo periodo e che ci consentono oggi di preparare questo test per mettere in sicurezza la vita qui a Venezia e la città di Venezia. Dobbiamo quindi continuare a lavorare per prevenire i fenomeni avversi per mettere in sicurezza tutto il nostro paese, per contrastare il dissesto idrogeologico.
La sicurezza e la bellezza del paese sono due valori fondamentali che la mano pubblica e l’intervento pubblico deve fare di tutto per tutelare tanto più i luoghi come questo, Venezia, così ricchi di tradizione storica e culturale. Completo questo breve intervento con una citazione di Iosif Brodskij. Il poeta, non cito una sua poesia ma la qualche frase da un saggio “Fondamenta degli incurabili”, diceva che Venezia è la città dell’occhio. Riassumo: in questa città si può versare una lacrima In diverse occasioni posto che la bellezza sia una particolare distribuzione della luce quella più congeniale alla retina, una lacrima il modo in cui la retina ammette la propria incapacità di trattenere la bellezza. Ecco il nostro compito è di lavorare da punto di vista pratico. Adesso ci dedicheremo alla struttura ovviamente che dovrà coordinare tutti i lavori in cui parteciperanno tutti gli stakeholders, gli enti locali, perché c’è da lavorare adesso alla manutenzione e al finanziamento di quest’opera, non ci distraiamo dai problemi pratici e anzi vogliamo che già questo intervento questo strumento possa trovare collocazione in sede di conversione del decreto di semplificazioni, dobbiamo affrettarci, non dobbiamo lasciarci trovare impreparati. Ecco, ritornando alla bellezza e alle lacrime cui accenna Brodskij, il nostro compito è far sì che in futuro le lacrime a Venezia non scendano più per le conseguenze della furia dell’acqua, ma che possano continuare a scendere soltanto per l’incapacità dei nostri occhi di percepire e trattenere la bellezza, questa meraviglia che è questa città. >>