Donne per un Nuovo Rinascimento.

Roma – Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è intervenuto alla presentazione dei lavori della task force “Donne per un Nuovo Rinascimento”, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea.

<< Buon pomeriggio a tutte prima che a tutti. Ringrazio la Ministra Bonetti che ha promosso questo importante evento. Mii aveva anticipato che ci teneva alla mia presenza; io ho detto “ma ci tengo anch’io assolutamente ad intervenire” nonostante questo sia un giorno un po’ impegnativo perché, come è stato detto, sono in partenza per Bruxelles e stiamo affinando – vorrei dire affilando le armi, ma mi sembra una metafora impropria – la lettura e lo studio del dossier per questo rush finale. Speriamo che sia, nell’interesse di tutti, un incontro molto proficuo. E saluto anche, ovviamente, le Ministre presenti: la Ministra Pisano, la Ministra Catalfo, la Ministra Azzolina. Saluto anche i parlamentari presenti, l’onorevole Boschi e ovviamente saluto anche – questa volta per ultimo perché diamo spazio alle donne – il ministro Bonafede.

Un saluto a tutti i presenti e a tutte le presenti ma in particolare anche a tutte le componenti della Task Force “Donne per un Nuovo Rinascimento” perché so che vi siete impegnate molto. La Ministra Bonetti è stato molto cortese perché sin dall’inizio mi ha voluto preventivamente informare su questo suo desiderio di costituire questo gruppo di lavoro.E io, a dispetto anche di qualche lazzo che era prevedibile, di qualche autorevole opinionista che ci avrebbe contestato di aver costituito tante commissioni di lavoro e task force, ho detto “questa è assolutamente opportuna e necessaria perché sicuramente riceveremo in cambio un elaborato e delle analisi, delle proposte di rilancio del Paese che ci restituiranno una sensibilità anche non usuale rispetto a quelle che potrebbero derivare da altre task force. Ringrazio con l’occasione anche la direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, la dottoressa Collu. Non potrò adesso assistere alla presentazione e ai lavori di questo evento però ho letto il documento che avete elaborato. E’ momento importante, dicevo, per l’Europa. Siamo in una fase cruciale perché questa emergenza, questa pandemia è una sfida epocale che ha costretto la nostra comunità di donne, uomini, giovani, anziani a confrontarsi con dei sacrifici che non erano stati assolutamente preventivati. Però io dico anche che un Paese quando da queste fasi storiche così difficili, da queste sfide riesce a cogliere delle opportunità si dimostra di essere un grande Paese. Noi abbiamo dobbiamo avere l’ambizione di essere un grande Paese, dobbiamo avere l’ambizione di ripartire, come dite voi, “dalle donne e con le donne per costruire insieme un nuovo percorso di crescita”. Le parole con cui avete voluto sintetizzare l’efficace azione della task force, dove avete condensato le vostre esperienze, le  vostre competenze, i vostri talenti, le vostre differenti sensibilità di imprenditrici, giornaliste, scienziati, economiste. Dal documento che ci rappresentate e ci illustrate, colgo degli spunti importanti.

Chiaramente molto è incentrato sulla parità di genere, sulla leadership femminile. Che ben venga, anche perché gli uomini fino adesso non hanno dimostrato di indirizzare il mondo verso la salvazione, quindi allora lasciamo spazio alle donne. Speriamo che questo nostro mondo, questo nostro pianeta, avremo più garanzia di poterlo salvare. C’è attenzione per il sostegno alle imprese femminili – è un altro tema che mi sta molto a cuore – e al rientro al lavoro delle donne dopo la maternità, la promozione della indipendenza finanziaria, l’armonizzazione dei tempi di vita attraverso la sperimentazione di nuovi e innovativi strumenti. E quindi, se mi permettete, sono esiti della vostra riflessione che sono in piena sintonia con quel lavoro che stiamo conducendo. E non a caso nell’altra Task Force, quella del Comitato di esperti del dottor Colao, ci siamo premurati di rinforzare la presenza femminile: per evitare che fossero mondi diversi che non si collegassero.

In questi giorni, negli scorsi giorni, abbiamo poi presentato, non vi sarà sfuggito, a Villa Pamphilj il Piano di rilancio e buona parte di quei progetti, grazie appunto al raccordo della Ministra Bonetti, buona parte di quei progetti possono, diciamo, li possiamo riassumere sotto la formula, che è molto suggestiva perché anglofona, però è una formula qui dobbiamo dare assoluta concretezza empowerment femminile.
Tenete conto che noi abbiamo anche un’importante impegno internazionale, l’anno prossimo abbiamo il G20 qui in Italia e vi assicuro che l’empowerment femminile è già sottolineato a doppio matita perché uno dei temi su cui chiameremo tutti i leader del G20 e gli altri che saranno invitati, li coinvolgeremo a riflettere in questa prospettiva e a valutare concrete prospettive di sviluppo di questo concerto di empowerment femminile. Peraltro io credo che l’apporto femminile è un apporto tutto tondo, per esempio mi sorprende molto e sono molto affascinato dalle discipline Stem, quelle diciamo a base più scientifica e tecnologica che nel nostro Paese dobbiamo assolutamente incrementare lo studio di queste discipline e anche per quanto riguarda… immaginate una Pubblica amministrazione dove ci sia un rapporto in questa direzione, in queste discipline e io credo che le donne possano recitare un grandissimo ruolo anche in questa prospettiva.
C’è un altro tema che è all’ordine del giorno: quello del divario salariale e qui veramente tocchiamo con mano il gender gap, è un tema su cui in Italia in particolare scontiamo un ritardo notevole ed è molto urgente, ci sono già in Parlamento delle proposte di legge per ridurre questa ingiustificabile disparità di condizioni e nel mio intervento in Parlamento in occasione anche della fiducia al Governo avevo espresso chiaramente la necessità di intervenire con adeguati strumenti legislativi sulla parità di genere nelle retribuzioni e confido che questa possa essere una battaglia condivisa all’unanimità da tutto il Parlamento, anche dei maschietti, dai non maschietti, anche se io personalmente non faccio parte del Parlamento ma darò tutto l’appoggio possibile. L’apporto delle donne nell’economia – e concludo – l’apporto delle donne nell’economia della società è fondamentale tanto più oggi in cui noi peraltro dobbiamo un po’ reinventare, io dico non dobbiamo ripristinare la normalità, non ci possiamo accontentare di ritornare al passato e, diciamocelo, anche perché lo status quo ante non era dei migliori, anche se lo compariamo ad esempio, anche solo in termini di crescita economica ma anche di sviluppo sociale sostenibile.

Ecco allora che io credo che col vostro contributo anche, con con il lavoro che avete fatto, con gli spunti che ci offrite e le analisi che ci sono state, le proposte, noi possiamo reinventare i modelli di vita collettiva, professionale che sono stati stravolti dalla pandemia. Abbiamo un grande margine, io non avrei mai pensato, ovviamente come tutti voi, di ritrovarmi in questa condizione, non avremmo mai pensato di trovarci per condizione, dobbiamo essere davvero ambiziosi, dobbiamo elevare l’asticella, il livello dei nostri obiettivi, dobbiamo cercare di migliorare le nostre condizioni di vita e sicuramente dando spazio a voi donne l’obiettivo sarà più a portata di mano.

Molte volte chi ha avuto responsabilità di governo ha parlato di questi obiettivi, della necessità di orientare le pubbliche politiche secondo modelli più incisivi, più equi, più inclusivi, ecco il ruolo delle donne da questo punto di vista l’empowerment femminile è un pilastro, è una direzione che, se saprà orientarci, ci consentirà di tradurre questi obiettivi politici in azioni concrete. E permettetemi anche di sottolineare che credo comunque in linea con questa prospettiva all’iniziativa legislativa che il Governo assunto da poco grazie alla Ministra Bonetti sul Family Act. Anche lì, vedete, il disegno di legge delega che è stato approvato finalmente fornisce la prospettiva di un quadro legislativo per le politiche familiari organico e coerente, sarà assolutamente in linea, una volta poi tradotto nei decreti legislativi, con una riorganizzazione ampia, organica, strutturale degli strumenti a sostegno della famiglia, e quindi dovrà assolutamente essere inclinato in direzione della valorizzazione dell’empowerment femminile. Questa è una riforma, è un investimento sul futuro, idoneo anche a creare un clima favorevole per incentivare il lavoro delle donne, troppe donne poi peraltro, soprattutto penso al Mezzogiorno, sono inattive o comunque, come ci dice l’Istat, c’è una relazione che è stata presentata qualche giorno fa dall’Istat, ci dice che purtroppo tra le fasce più vulnerabili della popolazione da questo punto di vista, per quanto riguarda la difficoltà di essere inseriti nel mondo del lavoro, o anche di rimanere attivo, di perderlo e non di riuscire a recuperare, grava sulle donne.

Anche l’Istat non è riuscito a elaborare appieno tutti i dati per quanto riguarda questa pandemia, veramente ha avuto anche delle difficoltà logistiche nel recuperare tutti i dati, ma già dalle prime proiezioni degli ultimi mesi emerge chiaramente come le donne sono quelle che probabilmente all’esito delle valutazioni complessive risulterà che hanno sofferto e stanno soffrendo di più.
Questo è un dato che colpisce molto perché dimostra ancora volta che quando si tratta di subire sacrifici ahimé abbiamo una struttura sociale, un’organizzazione di vita, modelli di vita, che alla fine individuano sulla donna diciamo il soggetto che diventa più vulnerabile, che spesso in modo del tutto quindi discriminatorio sopporta il peso più grave dei sacrifici più alti.Stiamo lavorando anche col Ministero del Lavoro e del Sud, con il Ministro Provenzano che è qui presente e con la Ministra  Catalfo, per rafforzare il piano di rilancio di tutti i progetti per favorire l’inserimento lavorativo in particolare con vari sgravi contributivi delle donne nel Mezzogiorno. Insomma abbiamo tante idee, il vostro apporto ci consente di marciare più spediti, di concretizzare questi progetti e vi ringrazio perché diciamo l’Italia e direi anche la cultura mondiale si è giovata di tantissime donne coraggiose che nei decenni passati hanno combattuto pagando anche di persona per l’affermazione di diritti che oggi consideriamo una volta per tutte acquisiti al patrimonio della nostra civiltà giuridica, ma che sono stati faticosamente conquistati.

E’ un percorso che speriamo di lasciarci alle spalle nel senso che speriamo davvero di poter considerare questi diritti finalmente acquisiti, ma lo dico anche da giurista, la dimensione della effettività dei diritti è quella che conta di più. Non c’è solo il riconoscimento formale, non c’è solo l’affermazione in linea di principio, occorre poi che si dia uno spazio di effettività a questi diritti e quindi da questo punto di vista abbiamo ancora tanto da fare.

Dobbiamo ancora impegnare tante nostre energie per questo nuovo Rinascimento con una formula che ho visto che a voi piace molto e che è molto in sintonia con un nuovo Umanesimo che mi è caro, tra Umanesimo e Rinascimento siamo assolutamente nella medesima prospettiva sostanziale. >>