Grave situazione per Teatro Stabile

Catania – Il Covid-19 ha creato una paralisi del settore artistico culturale. Laura Sicignano, Direttore del Teatro Stabile di Catania, ha chiarito che: << La sospensione delle attività dal 23 febbraio per emergenza covid 19 ci ha colpito a Milano dove il TSC era in tournée con la produzione Antigone che ha perso oltre un mese di tournée. Il danno, conteggiato al 10 marzo 2020, comprensivo di mancati incassi da biglietti, rimborso tagliandi abbonati e mancate fatture da tournée ammonta a circa 70mila euro a settimana. Ovviamente ogni settimana ha un profilo diverso per alternarsi di attività produttiva, ospitalità, tournée più o meno intensa. Questo periodo dell’anno rappresenta l’apice delle attività di tournée di stagione per tutto il comparto teatro e contemporaneamente il momento di maggior rischio per la liquidità di cassa.

Se il blocco delle attività teatrali dovesse essere prorogato ancora il danno aumenterebbe per il TSC, in quanto si perderebbe ogni possibilità di recuperare date di tournée perdute e si dovrebbero cancellare alcune nuove produzioni previste tra aprile e luglio. La situazione è particolarmente grave perché si innesta in un momento in cui il teatro stava risalendo la china dopo il commissariamento, dovuto al rischio dissesto (2016/17). Il pubblico stava ritornando con importanti impennate in crescita, soprattutto per quanto riguarda abbonati, scuole e università, con la ricucitura del rapporto con il tessuto territoriale dopo il rischio fallimento. Il fragile bilancio del TSC era già gravato dal pesante debito ereditato dalla gestione precedente, dal dissesto del Comune di Catania (2018), dai ritardi nell’erogazione dei contributi istituzionali da parte della Città Metropolitana, dall’assenza di un tessuto imprenditoriale dedito alle sponsorizzazioni e dall’impossibilità per l’Ente di accedere al credito bancario. 

Questo blocco delle attività e l’incertezza sull’effettiva ripresa dopo il 3 aprile gravano su quello che forse oggi è l’anello più debole del sistema teatrale dei tric italiani. Parlo di sistema perché non è possibile pensarsi diversamente, soprattutto in questo periodo di difficoltà, dove solo in coerenza di intenti si può sperare di salvare l’intero comparto. Sarebbe il momento giusto per ottenere una riforma del decreto che regola il FUS, rivelatosi inadeguato, specialmente per i territori svantaggiati. Al Mibact dobbiamo chiedere concordemente con tutto lo spettacolo dal vivo una sanatoria sulla rendicontazione del 2020, un fondo speciale per la crisi in atto, un cospicuo aumento della dotazione FUS, un significativo investimento sugli ammortizzatori sociali per i lavoratori del settore, l’immediata erogazione del saldo 2019 e dell’anticipo 2020. Agli Enti locali chiediamo anche servizi, come per esempio, un’importante campagna di comunicazione al pubblico perché sia sensibilizzato a ritornare a teatro, quando riaprirà, ma anche, nel nostro caso, la puntuale erogazione dei contributi e la possibilità di mettere a disposizione del TSC spazi a titolo gratuito (uffici, magazzini, sala prove) >>.