Inaugurazione Data Center Modena Innovation Hub
Roma – Il Presidente Conte è intervenuto in videoconferenza all’inaugurazione del Data Center Modena Innovation Hub. Conte ha affermato che: Modena è una città che gioca veramente una partita importante in termini di innovazione, una città esemplare di un modello di sviluppo industriale capace di generare valore in settori chiave della nostra economia . Come peraltro altre città dell’Emilia-Romagna, Modena è stata, questo voglio ricordare, recentemente colpita da intense e persistenti precipitazioni, che hanno interessato il crinale appenninico in particolare occidentale e centrale e che hanno provocato diffuse criticità idrogeologiche nel territorio. Il Presidente Bonaccini ha richiesto lo stato di emergenza di rilievo nazionale: a seguito della relazione che è stata trasmessa venerdì 18 dicembre dal Presidente Bonaccini, il Capo della Protezione civile Borrelli già in queste ore sta avviando tutte le opportune verifiche, vogliamo rispondere subito a questa richiesta in modo da poter subito al prossimo Consiglio dei ministri, auspicabilmente prima di Natale o, comunque, immediatamente dopo, procedere a deliberare lo stato di emergenza. Il Governo sta provvedendo con la massima sollecitudine per mettere in sicurezza il vostro territorio, così duramente colpito, e per sostenere la popolazione, già provata, come tutti i cittadini italiani, dal dramma della pandemia. Credo che la prima cosa quindi sia intervenire sempre con sollecitudine in questo caso anche a favore del vostro territorio e questo è compito primario del Governo e in questo caso anche della Protezione civile lavorando con tutte le autorità territoriali come stiamo facendo. Pur in presenza di queste difficoltà, considero un segnale importante di grande determinazione, di tenacia e di perseveranza, aver comunque voluto portare a compimento progetti così concreti e così orientati al futuro, come il data center, che oggi peraltro si inaugura. Si tratta di un risultato ottenuto nell’ambito del programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e per la sicurezza delle periferie, che il Governo ha voluto rinnovare e al quale attribuisco io personalmemte e tutto il Governo attribuiamo un assoluto rilievo, riconducibile al più generale progetto , in cui si inquadra, di rigenerazione delle nostre città, soprattutto delle aree più disagiate. L’idea di valorizzare le periferie, attraverso uno strumento così avanzato di digitalizzazione nell’ambito di infrastrutture infotelematiche e big data, non solo è frutto della non comune capacità di pianificazione di questo territorio, ma funge da esempio al quale ispirarsi, anche nella prospettiva del più virtuoso ed efficace utilizzo delle risorse pubbliche e di interazione tra soggetti pubblici e soggetti privati; l’ho detto più volte in altri interventi: noi dobbiamo cercare di favorire questi virtuosi partenariati tra pubblico e privato, è la chiave per migliorare le nostre perfomance nel campo degli investimenti, è la chiave per cavalcare più efficacemente anche l’innovazione dei vari campi. Anche nella prospettiva in particolare della programmazione legata al Recovery Fund. Voi sapete, abbiamo già comunicato ufficialmente che aldilà della discussione politica e delle polemiche anche in questi giorni, dobbiamo assolutamente riprendere con la massima lena, col massimo vigore la discussione sul recovery plan italiano. Non ci possiamo permettere, agli occhi dei cittadini, di ritardare oltre. Per questo oggi riprendiamo gli incontri con le delegazioni delle varie forze politiche, anzitutto di maggioranza, per poter operare subito nei prossimi giorni la necessaria sintesi. Si può discutere di tutto però dobbiamo discutere nel merito e dobbiamo trovare una sintesi efficace perché non possiamo, ne va della credibilità del paese agli occhi dei nostri cittadini che stanno soffrendo, ne va della credibilità del paese in Europa. Dobbiamo al più presto quindi aggiornare questo stato di avanzamento del recovery plan, anche perché dobbiamo tornare a confrontarci con le regioni e gli enti locali, con le parti sociali, dobbiamo mandare tutto al Parlamento in modo da acquisire quelli che sono ovviamente i necessari riscontri in tutti i suggerimenti necessari per poter poi elaborare il progetto nella sua versione definitiva che, lo ripeto ancora una volta, tornerà ancora una volta in Parlamento, perché è chiaro che dovrà essere il progetto nazionale; per essere il progetto nazionale non solo per raccogliere istanze di tutte le autorità territoriali e le parti sociali, ma anche deve essere approvato dall’intero Parlamento. Abbiamo una tabella di marcia serratissima; perché ovviamente non ci possiamo permettere distrazioni in questo versante. E non mi sfugge peraltro che proprio questo progetto nasce nell’ambito di un piano operativo sull’economia, avviato dal Comune, il vostro progetto, i cui assi sono definiti dal Patto per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, accordo che avete stipulato tra la regione Emilia-Romagna, l’UPI, l’ANCI, l’UNCEM, la Lega Autonomie regionali, alcune associazioni di categoria e anche le organizzazioni sindacali; quindi avete fatto un grande lavoro come sempre quando c’è un bel progetto articolato ed efficace; c’è sempre un lavoro di ampia condivisione e da questo punto di vista siete stati veramente molto attenti. Quindi voglio dare atto al sindaco Muzzarelli di aver interpretato in modo esemplare questo modello di pianificazione, nel segno di quel “buon governo” che occorre a qualsiasi livello e che rispecchia in particolare la vostra tradizione, la tradizione civica e la storia delle istituzioni locali del vostro territorio. In questa prospettiva, il sindaco si è fatto promotore di un patto specifico per lo sviluppo della città, fondato su sicurezza, legalità, competitività e solidarietà. In particolare, l’asse della competitività – del quale l’opera che si inaugura oggi è un’espressione avanzata – si fonda sull’interconnessione tra scuola, lavoro, università, economia, smart city, turismo e cultura. L’opera che avete svolto, rigenerando veramente con grande virtuosismo, se posso sottolineare, un’area degradata, un’area caratterizzata da criticità, intervenendo senza consumo, peraltro, lo voglio sottolineare anche questo, di nuovo territorio, indica anche un modus operandi al quale l’Italia potrà ispirarsi nella più generale transizione green e digitale. E io dico sempre che quando si lavora per elaborare un piano così complessivo in Italia, bisogna anche cogliere e sottolineare e diffondere quelle che sono le best practices, in modo che ci sia una circolazione di progetti, e quei progetti che sono più solidi, quei progetti che sono più ampiamente condivisibili, quei progetti che sono più efficaci rispetto agli obiettivi che abbiamo ben delineato tutti insieme con il Parlamento, nelle linee guida del recovery plan; quei progetti devono diventare un modello esemplare di riferimento e devono essere riprodotti pure con i necessari adattamenti. La creazione di un’infrastruttura tecnologica è stata una scelta coraggiosa che ha riqualificato la periferia, trasformandola in luogo di innovazione e, conseguentemente, anche in luogo di integrazione e anche di inclusione sociale, non dimentichiamolo. Un’infrastruttura come quella realizzata è infatti suscettibile di generare – nel segno della coesione e della inclusione – crescita e rafforzamento del tessuto sociale. Risponde a tutti gli obiettivi politici che vogliamo perseguire in termini di politica economica e di inclusione sociale. Inoltre, il fatto che il Data center-Modena Innovation Hub sia uno dei quattro presenti in Emilia Romagna va a completamento – e in questo devo dire che i cittadini della vostra Regione sono fortunati – di un ecosistema già molto ricco e innovativo. Sono certo che questa nuova infrastruttura tecnologica rappresenterà un fattore strategico che consentirà a Modena di essere uno degli hub nazionali per l’Intelligenza Artificiale. Quindi, Presidente e Sindaco, che auspicate questo, credo che abbiate pieno titolo per far parte di questo network di eccellenza tecnologica dell’Intelligenza Artificiale. In questo contesto, il ruolo di Regione e Comune è stato determinante non solo nell’indirizzare in modo proficuo e virtuoso le risorse pubbliche, ma anche per favorire l’ingresso di investimenti privati, con il coinvolgimento di partner strategici, tra cui ricordo, tra gli altri, Lepida, società in house della Regione e degli enti locali regionali, che gestisce i data center. Inoltre, la struttura Data center-Modena Innovation Hub ospiterà la Cyber Security Academy, ideata e realizzata in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia, costituirà sicuramente un modello di promozione e integrazione più in generale di questo settore tecnologico. Questa nuova istituzione educativa si propone come punto di riferimento nazionale ed europeo nell’ambito della formazione e della ricerca in tema di sicurezza informatica. Possiamo dunque dire che il successo della strategia che ha condotto alla realizzazione del Data center-Modena Innovation Hub risiede, da una parte, nella sinergia tra pubblico e privato, attraverso la sperimentazione di forme innovative di partenariato e di interazione tra imprese tradizionali e imprese di nuova generazione. Dall’altra, questo successo si deve anche alla collaborazione strutturale tra accademia, ricerca e mondo produttivo, in grado di generare trasferimento tecnologico e di sfruttare appieno il paradigma dell’innovazione. I data center di natura pubblica hanno un ruolo cruciale, sia per il fatto di offrire un’alternativa alle imprese, che in questi anni hanno usufruito di cloud privati o di sistemi autoprodotti – che spesso non offrono le necessarie garanzie di sicurezza – sia per la possibilità di diventare vero e proprio strumento catalizzatore per lo sviluppo e l’integrazione delle nuove tecnologie. Un simile percorso si rivela tanto più attuale anche alla luce dei recenti attacchi hacker a danno di molte strutture e aziende e che continueranno – ahimè – a danneggiarle se non rafforzeremo la ricerca in questa direzione. Anche a livello europeo c’è una proposta di regolamento a creare una rete europea che possa dialogare con i centri nazionali. Il settore della ricerca cibernetica è un settore fondamentale che andrà a caratterizzare in futuro la politica di autonomia strategica dell’intera Unione europea. Con questa rivoluzione continua infotelematica noi non potremo mai, a livello di Europa, esprimere una leadership se non ci doteremo di quella necessaria autonomia strategica anche in questo campo. Il tema della sicurezza informatica resta assolutamente centrale e il vostro contributo si inserisce in prospettiva in questa direzione. Più in generale, la strategicità dei data center, sul modello del Modena Innovation Hub, chiama in causa il ruolo delle infrastrutture tecnologiche a governance pubblica abilitanti e necessarie alla trasformazione del Paese. L’Italia è già proiettata verso la transizione digitale. È stato ricordato: buona parte degli investimenti a cui mireremo utilizzando le risorse europee nell’ambito del Next Generation Eu saranno dedicate alla transizione digitale oltre che alla transizione energetica.
In proposito, ricordo che, tra i progetti inseriti ci sarà sicuramente anche il Cloud della Pubblica Amministrazione, un’infrastruttura cruciale per la sovranità tecnologica del Paese e che consentirà all’Italia di inserirsi nel quadro dell’importantissimo progetto europeo Gaia X. Non possiamo non riconoscere che la digitalizzazione sta ridefinendo, in modo pervasivo, le modalità di interazione tra le persone, i criteri di accesso alla conoscenza e ai servizi, e sta ristrutturando gli spazi di discussione pubblica e il mondo del lavoro. Proprio in questo periodo di grande sofferenza per il nostro Paese dovuto all’evento pandemico, siamo stati costretti a tenere molti dei nostri ragazzi in casa per periodi lunghi. La didattica a distanza presuppone una parità di accesso allo strumento infotelematico, ma siamo anche consapevoli che molte famiglie, in molte località, anche solo il collegamento wi-fi oltre che dei dispositivi elettronici non sono disponibili. Avevamo cercato di sopperire a questo, consentendo con nuovi investimenti la possibilità di accedere per tutte le famiglie agli strumenti infotelematici, ma siamo anche consapevoli che non si può, nell’arco di qualche mese, eliminare il digital divide che caratterizza il nostro territorio. Ecco perché, da questo punto di vista, la necessità di cablare l’intero territorio, lavorare per una rete unica, per delle tecnologie accessibili a tutti, rientra in un obiettivo politico di lunga durata. L’ho detto sempre e lo ripeto, se avessimo la possibilità di inserire qualche riferimento più attuale nella nostra meravigliosa Costituzione, non sarebbe male. Se dovessimo riscriverla oggi sicuramente dovremmo necessariamente considerare, tra i diritti fondamentali della persona, il diritto di accedere alle tecnologie infotelematiche, ad Internet. Perché diversamente, si rischia di rimanere emarginati e di non poter partecipare a pieno titolo, alla vita politica, economica, sociale e culturale del Paese. Lo Stato non può essere indifferente, nel quadro di una logica laissez faire, ma deve riservare la massima attenzione alla governance di questi processi: in un settore così strategico, ogni comportamento omissivo, da parte dei soggetti pubblici, può rivelarsi rischioso, in ragione della pluralità degli interessi coinvolti, non riconducibili solo al tema della sicurezza, ma suscettibili di coinvolgere i diritti fondamentali e i beni primari della persona. Il data center che inauguriamo oggi rappresenta un passo significativo per la creazione di un vero e proprio ecosistema digitale, avanzato e consapevole, un modello a cui ispirarsi nella transizione digitale del Paese e che si colloca nel solco di una tradizione antica – propria di questo territorio – di feconda integrazione tra abilità manuali, creatività individuale, iniziativa economica, capacità innovativa e permettetemi di sottolinearlo, salutando le Autorità politiche, anche di “buon governo”.