VILLA BELMONTE DIVENTA SEDE DEL CGA
La Villa Belmonte di Palermo, appartenente al demanio della Regione Siciliana, sarà la nuova sede del Consiglio di giustizia amministrativa. Lo ha deciso il governo Musumeci che approvato un’apposita delibera nel corso dell’ultima seduta della Giunta tenutasi a Catania.
“I particolari lavori di manutenzione straordinaria eseguiti dalla Regione – sottolinea il presidente Nello Musumeci – oltre a riportare agli antichi splendori uno dei palazzi storici più prestigiosi della Città, ci danno la possibilità di mettere a disposizione del Cga una sede autorevole”.
È stata revocata, quindi, una delibera del governo regionale, risalente alla precedente legislatura, ma di fatto mai attuata, con la quale era stata destinata al Consiglio di giustizia amministrativa un’ala dell’Albergo delle povere di Corso Calatafimi. Attualmente, il Cga è ospitato in un immobile di via Cordova.
DATI STORICI SULLA VILLA
Il complesso immobiliare, sito in Palermo all’Acquasanta, denominato -“Villa Belmonte” – di proprietà regionale, costituito dalla villa monumentale e corpi accessori (scuderia, ex cappella, ex casa del custode ecc…) , parco e tempietto di Vesta è stato dichiarato monumento nazionale con decreto del ministro della Pubblica istruzione del
17 aprile 1949.
Alla Villa si accede dall’ingresso, con cancello e colonne ornate, sulla via Cardinale Rampolla, prospiciente Villa Igiea. La Villa, che rappresenta una tra le più pregevoli opere di architettura neoclassica di Palermo, è stata edificata ai margini della borgata dell’Acquasanta per volere di Giuseppe Ventimiglia (Principe di Belmonte), a partire dal 1800 da Venanzio Marvuglia già architetto del re per il quale ha progettato la residenza borbonica della Favorita. Partecipano poi alla realizzazione del complesso della villa e delle costruzioni annesse al parco numerosi altri valenti artisti, tra cui lo scultore Francesco Quattrocchi, il
pittore Giuseppe Velasco e gli stuccatori Tommaso Firriolo e Giovanni Pezzano.
La Villa ha struttura compatta, interrotta nelle facciate principali da due imponenti
portici di tipo classicheggiante ornati da sobrie decorazioni. Sul prospetto settentrionale, ai fini del XIX secolo, è stata aggiunta una veranda in
ferro e vetro con tetto a padiglione, che copre la terrazza posta sull’aggetto del portico. Il parco, articolato altimetricamente, in origine giungeva fino al mare e si inerpica gradualmente fino ad un forte risalto sul fianco meridionale di Monte Pellegrino.
Nella parte più bassa, i Florio alla fine del XIX secolo pensano di impiantare un
sanatorio presto trasformato ed ampliato (anno 1903) nell’attuale albergo Villa Igiea, il cui progetto è opera di Ernesto Basile.
Peraltro, anche Villa Belmonte dopo un periodo di abbandono nel 1844 è
trasformata in albergo con la denominazione di Belmonte Hôtel, frequentato soprattutto da
turisti inglesi, che ne apprezzano il panorama e il giardino. Nella parte alta del Parco, si trova il “tempietto di Vesta”, di pianta circolare, “poggiante su di un crepidoma con dieci gradini, con dodici colonne corinzie intorno ad una cella in muratura a finto “opus reticulatum”, trabeazione con fregio a bucrani ed
encarpi e cupoletta ribassata; l’edificio è decorato all’interno con affreschi neopompeiani” realizzati da Francesco La Farina ed aveva funzione di coffee house.
Nelle spianate in prossimità dell’edificio principale, quello antistante il fronte
settentrionale, è posizionata una bassa vasca semiellittica ornata con un ninfeo roccioso e da cippi di marmo con l’aggiunta di un busto femminile e sedili di pietra. Sempre all’interno del parco sono stati costruiti i cosidetti “corpi bassi”, la “scuderia” e la “Cappella”.
La facciata principale, posta sul lato meridionale, è prospiciente su un’ampia
scalinata affiancata da due piccole conche in marmo ai piedi di leoni con zampillo che guardano una vasca circolare in marmo, sorretta da quattro teste leonine innestate su zampe. L’insieme crea una suggestiva cornice scenografica alla facciata principale della villa. Tutte le predette opere scultoree sono di Francesco Quattrocchi, così pure gli elementi posti sulla recinzione dell’ingresso.
La Villa monumentale che copre una superficie di circa mq. 600, si sviluppa su tre elevazioni, ed è stata oggetto (fine anni ‘90) di interventi di manutenzione straordinaria ed adeguamento impiantistica sotto la direzione dell’ex Ispettorato tecnico regionale, mentre
i lavori concernenti il parco ed il tempietto e i corpi accessori sono stati progettati e curati dalla Soprintendenza fei Beni culturali di Palermo. Detti interventi hanno ricondotto a un buono stato di conservazione oltre la Villa
Monumentale anche gli edifici che costituivano la “Vaccheria” e la “Cavallerizza”, che il Coffee-house, il tempietto neogotico.